Il luogo del PIÙ
- Pamela Mancinelli
- 19 nov
- Tempo di lettura: 1 min
Sta emergendo in me un pensiero, come un’onda lenta.
Noi crediamo di conoscere l’uno… e allora pensiamo di conoscere anche il due.
Perché uno più uno fa due.
Semplice, lineare, familiare.
E invece no.
C’è qualcosa che sfugge, qualcosa che non si conosce davvero:
quel più che non si lascia contare.
È uno spazio sottile, un intervallo di respiro tra me e un altro.
Un luogo che non appartiene a nessuno,
ma che esiste proprio lì, dove due esistenze si sfiorano.
È uno spazio di possibilità:
terra fertile in cui le emozioni possono nascere senza rumore,
dove la relazione prende forma prima di trovare parole.
È lo spazio del più:
quel terzo invisibile che nasce dall’incontro
e che supera la somma delle parti.
Una soglia di risonanza,
in cui ciò che sono vibra con ciò che l’altro porta.
È lo spazio dell’invisibile che sostiene,
il silenzio che permette alla musica di esistere,
il vuoto che accoglie senza trattenere.
Ed è anche un luogo incarnato.
Perché nell’essere umano, questo spazio tra l’esterno e l’interno,
tra ciò che tocca la pelle
e ciò che abita l’anima,
è il corpo.
La carne, le viscere, il battito, il tremore.
È lì che lo spirito incontra il mondo,
è lì che l’invisibile si fa sensazione,
è lì che l’accoglienza comincia davvero.
Ascoltare questo spazio significa ascoltare la carne che parla,
il corpo che ricorda,
la presenza che vibra.
È un luogo da accogliere, da rispettare, da sentire.
È lì… in quel vuoto vivo,
che è possibile emozionarsi,
sentire,
accogliere.
In quel luogo, prima accogli il tuo sé.
E poi, naturalmente, gli altri.
Pam

Bellissima visione! Grazie SpazioMUDITA che ti occupi del mio più.